Un nome, due date e nel mezzo…… una vita.
Una vita che ha riempito e riempie ancora oggi il senso delle “nostre” vite.
Una vita spezzata troppo presto, ma ancora così presente nelle persone che hanno avuto la fortuna di incontrarla nel suo breve ma intenso cammino.
Chi ha avuto la fortuna di conoscere Marta porterà certo con sè un suo ricordo:
un’espressione, una frase, una polemica, un regalo, un sorriso, una battuta ….
E se dovessimo descrivere la nostra Marta a chi non l’ha conosciuta, sarebbe un’impresa difficile.
Potremmo ricorrere alla parole di don Marco durante il suo funerale:
una ragazza che non stava mai nell’angolo, che non si accontentava di scelte mediocri, né di atteggiamenti banali.
Potremmo descriverla con le parole dei suoi insegnanti:
brillante,partecipativa, felice di essere a scuola.
Potremmo usare una frase dei suoi amici:
ti ringrazio perché mi hai insegnato una cosa meravigliosa: sorridere sempre
Potremmo usare le parole dei suoi compagni di classe:
tu eri un vulcano di vita, di idee, pensieri, emozioni
Potremmo far conoscere la nostra Marta attraverso i suoi miti. E allora dovremmo raccontare di come, durante un incontro tenutosi all’oratorio in quello che sarebbe diventato il “suo ultimo pomeriggio”, alla domanda : chi sono i miti della tua vita?
Marta ha risposto: il nonno materno, perché le ha insegnato il valore della famiglia, e la sua maestra delle elementari perché le ha trasmesso l’amore per il sapere e per la professione. Già, perché Marta voleva fare l’insegnante…
Potremmo raccontare Marta come la vedevamo noi in famiglia: una ragazza innamorata della vita, determinata al punto da affrontare problematiche più grandi della sua giovane età.
Critica verso la realtà, al punto di volerla capire fino in fondo, senza veli né ipocrisie. Decisa a fare solo le cose in cui credeva veramente. Rispettosa dei valori che lei considerava fondamentali.
Insofferente al conformismo, incurante dell’apparenza, incapace d’agire per convenevoli.
Schiena dritta e testa alta
era uno dei suoi motti.
Ma forse è più giusto conoscere Marta dalle sue stesse parole scritte ad ottobre 2011 in un tema dal titolo “Come sono e come spero di diventare”.
E’ lì che Marta dice di sé:
Ho le mie idee, i miei principi che ho sempre portato avanti a testa alta..questo perché la mia famiglia mi ha insegnato dei valori sani in cui credere, come per esempio quello dell’amore, dell’aiuto reciproco, quello della sincerità, quello della dignità e della correttezza. Mi ha insegnato ad apprezzare le piccole cose, ad essere umile (o almeno a cercare di esserlo) e a confrontarmi con gli altri.
Marta aveva tanti sogni: fare l’animatrice al Grest, imparare il greco, diventare maestra, visitare il mondo….
Impossibile dare vita ad ognuno di questi.
“Missione Marta nel mondo” non è altro che un modo per realizzare uno dei suoi sogni. Se vi capiterà di vedere questa foto in un roseto di Dusseldorf, su una cabina telefonica a Londra,sul Golden Gate di San Francisco o nel Chiostro di Bergamo, sappiate che sono gli amici di Marta che cercano di realizzare uno dei suoi desideri. In un post it del diario di Marta c’era questa frase:
a forza si trova, volendolo insieme si può
chissà se tutti insieme possiamo realizzare un suo desiderio al di là del tempo e dello spazio.